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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/171

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bene dalla perfezione morale alla quale avesse saputo indirizzare i proprii affetti.

Se poi fu intendimento dell’illustre poeta di attrarre la compassione alla morale deformità, mi fo lecito domandargli ragione di questo suo intendimento. Quando gli antichi gettavano al mare le mostruosità fisiche, perchè vorremo noi accarezzar le morali? Non è ufficio del poeta abbellire ciò che vi ha di deforme nella natura morale, ma propriamente combatterlo ed estirparlo. Ora come si ottiene questo, appaiando queste deformità stesse a ciò che può avervi di più sacro ed amabile nei nostri sentimenti? — La compassione? Inspirarla per le deformità fisiche è giusto, e quindi il carattere di Quasimodo può essere per questo verso giustificato; ma per le morali? A qual pro? Con quale speranza di vantaggio pel pubblico bene? Perchè la compassione si rifletta sugl’individui? L’arte non deve mirare all’individuo, o si smarrirà dal suo nobile cammino. L’individuo nou è per essa che strumento del quale si serve a simboleggiare l’universale. Allevate gli animi nel vero amore della virtù, e li avrete fatti compassionevoli anche con chi non è virtuoso. Incominciate dal rendere compassionevole il vizio, e le passioni affonderanno più sempre le radici nel cuore, e voi avrete giovata la mostruosa loro vegetazione.

Dopo il detto finora, mi accorgo di non aver