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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/176

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letterato colla stessa misura con cui gindicano dell’uomo. Ma questo ancora non è secondo giustizia, perchè se in molta parte uomo e letterato vanno giudicati ad un modo, in quanto ogni letterato è pur uomo, sotto certi rispetti le norme del giudizio devono essere differenti, dacchè appunto ogni uomo non è, e non può essere letterato. Ciò che sarebbe nell’uomo gramezza e sofisticaggine, nel letterato può essere diligenza e amor del perfetto; ciò che in quello alterezza, in questo non più che decoro; v’è una temerità che passando dall’uno all’altro può diventare franchezza; e un’atrabile che può cangiarsi in generoso dispetto, e così del resto. Si vorrà dire che generalmente si giudichi secondo questi principii?

Ma la colpa principale se l’hanno i letterati che ratificano le storte sentenze pronunziate sul loro conto, operando non più che da letterati quando dovrebbero essere uomini, e dimenticandosi d’essere letterati quando più se ne dovrebbero ricordare. Con un somaro che gli si attraversi sul cammino, con un cane che gli corra dietro abbaiando, come si diporta l’uomo che meriti questo nome? Non si mette con essi a ragionamento, non dice loro: vedi, il mio caro giumento, questa non è la tua strada, per qua ci vanno gli uomini, fa senno e tirati da un canto; vedi, cane mio bello, questo tuo abbaiare è fuor di proposito, tu mandi fuori una voce che