Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/18

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antichi la povertà della lingua era cagione di condensare in un solo vocabolo parecchi significati, e di qui una maggiore facilità a questi giuochi od equivoci di parole. Le voci crmafrodite delle lingue moderne sono un nulla a paragone delle lingue antiche, nelle quali non e forse, possiam quasi dire, vocabolo, che ron sia suscettibile di doppia significatione. Aggiungasi a ciò la moltitudine de’ vocaboli composti, i quali, scomponendosi ne’ loro membri, offrono altre infinite opportunità a nuove compositioni, e a nuove relationi tra le idee ed i suoni, che le rappresentano. Al qual proposito non vuolsi tacere, che la fama in cui souo saliti i Francesi in questo genere di esercizi, oltreché al loro naturale allegro, e svettante, è da attribuirsi all indole della loro lingua diversamente parlata da quello si scriva. Volendo venire alle testimonianze, potrei trovarne di molto notabili nel libro più augusto; mà per non uscire de’ limiti dell’autorità puramente letteraria ricorrerò all’autore più reverendo pei letterati, ad Omero.

Abbiamo nn luminosissimo essempio delle così dette freddure nella risposta dell’astuto ltaccnse a Polifemo. In forza di essa, allorchè l’acciecato gigante si fa a dimandare soccorso ai compagni, e vuol nomar loro chi fusse colui dal quale gli era stata vedovata la fronte dell’unica pupilla, non potendo altro dire, che ressuno, ne rimane beffato. Crederei inutile altra ci-