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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/28

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in coro a quella voce grazie: gran cara cosa! E il giocatore, il petente, il filosofo, lo scultore, il poeta, il divoto, il fantastico avrebbero tutti ragione. E s’intenderebbero? Forse nessuno, o appena due:

     Seguitando il lor canto con quel suono.

IV.

LE PARODIE.

Il carnovale è la stagione delle parodie. Le maschere, dal più al meno, sono tutte parodie, le feste da ballo per la più parte.

Mentre scriviamo, le strade eccheggiano di ululati, di zufolamenti, di tintinnii di campane e di campanelle; e dalle finestre illuminate di molte case odesi il suono degli strumenti, accordato o discorde che sia, dar avviso che là entro si balla. Non sarà dunque fuor di ragione e di luogo il discorrere alcun poco delle parodie. Ben è vero che, quando i nostri lettori avranno l’occhio su questi fogli, il carnovale sarà passato, ma passato da si breve tempo, che a stento si trovi chi non ne abbia un qualche vestigio nell’animo, o per lo meno negli orecchi. Per quelli poi, ai quali non è mai carnovale, l’articolo sarà buono del pari in questa che in qualunque altra stagione.