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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/41

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Tanto è vero che le rappresentazioni artistiche eccellenti contengono in sè il germe di moltissime idee sottintese, od espresse non più che a mezzo (ciò ch’è proprio essenzialmente dell’allegoria ), che l’anima d’ogni spettatore ha una spiegazione più propria, e sa trovare un significato, se non diverso, più o meno ampio secondo i casi, di quello che è trovato da altri. E in questo modo l’individualità ch’era stata abilmente tolta al fatto dall’artista, viene ad esso restituita dallo spettatore, che la trova in se stesso; e questo e quello si pongono quindi in corrispondenza fra loro; e l’anima si accorge della propria attività esercitandola, ciò ch’è la fonte del vero diletto. Credasi pure; un quadro, un gruppo, o altro che si voglia, deve dire a tutti qualche cosa, ma deve altresì poter dire alcuna cosa più a tale che a tal altro. Forse che anche in ciò le arti non imiteranno il loro tipo, la natura, la quale non si rende egualmente sensibile a tutti i suoi figli, comeche non vi sia nessuno fra essi, che a questo o a quel modo non ne rimanga impressionato? La definizione del sublime, tuttochè varia secondo i varii scrittori che ne trattarono, riesce sempre ad ammettere esplicitamente o copertamente certa dose d’oscurità (uso questo vocabolo sebbene ineguale all’idea) fra le condizioni primarie, e non mancò chi la facesse la prima. E veramente chi significa assai più che non dice ha già in