Vai al contenuto

Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/52

Da Wikisource.
48

bum, o luogo di ricordi, e che veniamo formandolo, senz’accorgercene, a tutte l’ore. Alcuni lo hanno nel loro giardino inglese, altri nella loro galleria; ove è da cercarlo nella collezione dei libri, ove nel mobiliare della casa. E più sempre allargando le idee, abbiamo in tutti gli oggetti della terra e del cielo che ci cadono sotto gli occhi un Album proprio di ciascheduno di noi, dacchè ciascheduno di quegli oggetti assume un diverso significato secondo la diversità degli affetti e delle intenzioni di chi li contempla.

Che bisogno ci è dunque di un libro, o di una cifra? A farvi ricordare tale o tal altra persona, meglio del disegno, o dei versi, o del bel periodetto, non sono opportuni que’ luoghi ne’quali eravate soliti di vederla, e le parole che tra voi si scambiarono, e l’ora più specialmente destinata ai vostri colloquii? Possono le parole e i disegni venire in soccorso dell’altre memorie profondamente nell’anima radicate, ma dove queste mancassero, le parole e i disegni avrebbero l’utilità di un commento quando l’opera cui si riferiva è perduta. Usarono gli antichi popoli imprimere il cielo dei proprii fasti, facendo le costellazioni depositarie di nomi e di date meritevoli di ricordanza immortale; questa è tendenza naturalissima di ogni cuore che sente profondamente. Misero chi può camminare per la propria città e parergli che sia, come a dire, tutta d’un pezzo, senza ineguaglianze e risalti che gli bat-