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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/9

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quanto meno si accostano alla verità. Tuttaconviene confessare che un grande abuso si è fatto della parola, e che un grande obbligo hanno contratto con essa la menzogna e la frode. Certo, ove i linguaggi fossero rimasti alla primitiva semplicità, assai minor presa avrebbe avuto l’astuzia ad usarne con proprio vantaggio; dacchè ci hanno pure certe idce la cui falsità è tanto più pericolosa e difficile ad essere conosciuta, quanto sono più chiare nell’apparenza; appunto come avviene dei luoghi soverchiamente illuminati, che non ci lasciano vedere gli oggetti nelle loro naturali proporzioni.

Dopo questo chi oserebbe desiderare che fosse condotta a regole certe la lingua del gesto? Oltre tutte le ragioni che possono allegarsi, e furono in più tempi e più libri allegate a dimostrare i molti danni, non punto forse inferiori ai vantaggi, che deriverebbero alla razza umana dalla comunità del linguaggio, col generalizzare la lingua del gesto sarebbe tolto di mezzo una molto sicura difesa che rimane all’innocenza per non essere affatto tradita, e un’inesorabile rivelatore dell’umana nequizia, che mai non cessa dal suo utile ufficio anche quando sembra dormire.

Sono i gesti, chi voglia studiarli, che possono mettere sull’avviso chi sarebbe li li per rimanere ingannato dalle parole. Egli è bensì vero che chi si è per lunghi auni addestrato nell’ar-