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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/95

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la sua teorica delle passioni, o dei diritti e doveri che competono all’uomo originariamente e nelle attuali relazioni di società. Il bel cambio veramente! Torsi dal crine la corona di lauro di un dio giovane e innamorato, per mettersi al volto la barba prolissa e le folte sopracciglia de’ cattedranti! E l’armonia dei loro versi la lasciate da parte? Direte all’udire certe ruvidità, certe spezzature, certi scontri antimusicali, che siano orecchie giovanili quelle che giudicarono piacevoli siffatti suoni? Vecchie orecchie, miei cari, orecchie decrepite che non sono più quelle di un tempo; e, fatte un po’ dure, non possono più cogliere le finezze dell’armonia.

Avrei a dire più che un poco delle lungaggini. Altro che impetuosità giovanile! Non v’é narratore che non cominci dall’a e non vi conduca fino alla zeta per tutte le lettere dell’al fabeto, arrestandosi a ogni poco come per prender lena, appuuto come i vecchi che non possono tirar innanzi tutto d’un fiato. Che garrulità, Dio benedetto, in quella pretesa abbondanza! Che minuziosità in quella supposta esattezza! E quel voler rendervi il perchè d’ogni cosa? Alberto starnuta. — A quello starnuto ei si vuole arcodare mezza pagina di comento, e farne come a dire l’anatomia. Figuratevi poi se sospira, o se ride, atti in cui c’entra un po’ di volontà! Anche l’amore delle iscrizioni mi pute d’antico e di cimitero. Non si parla più alle persone,