49 E torna con Morgante al padiglione,
E per la via si doleva con quello,
E dicea: Maladetto sia il lione!
S’avessi Vegliantin, come ho Rondello,
Partito non saria questo barone;
O segnato l’arei del mio suggello,
S’avessi la mia spada Durlindana:
E duolsi assai ch’egli aveva Cortana.
50 Ulivieri e ’l signor di Montalbano
Si ritornorno verso la cittate.
Or ritorniamo al traditor di Gano,
Ch’avea per molte parte spie mandate:
Ed ecco un messaggiero a mano a mano
A Carador con letter suggellate;
E per ventura al marchese s’accosta,
Dicendo: In cortesia, fammi risposta
51 Come si chiama la terra, e ’l paese,
E ’l suo signor, se Dio ti dia conforto;
Io ho paura indarno avere spese
Le mie giornate, e di scambiare il porto.
A lui rispose il famoso marchese:
Alla domanda tua non vo’ far torto;
Non so il paese come sia chiamato,
Ma ’l suo signor ti sarà ricordato.
52 Sappi che ’l re si chiama Caradoro,
E la figliuola sua Meridiana;
Per lei tal guerra ci fanno costoro
Che tu vedi alloggiati alla fiumana.
Disse la spia: Macon ti dia ristoro,
E guardi sempre d’ogni morte strana;
E finalmente al palazzo n’andoe
A Caradoro, e da parte il chiamoe.
53 Disse: Macon ti dia gioconda vita;
Io son messaggio di Gan di Maganza,
E quando feci da lui dipartita,
Questo brieve mi diè,30 ch’è d’importanza;
Vedi la 'mpronta sua qui stabilita,
Perchè tu abbi del fatto certanza.
Carador riconobbe quel suggello
Del conte Gan, traditor crudo e fello.