74 Questo non vuol per certo il nostro Dio.
Non sa più che si far Meridiana,
E disse: Manfredon, se il tuo desio
È di morir, non voglio esser villana.
Se tu facessi pel consiglio mio,
Per salvar te con tua gente Pagana,
Tu soneresti a raccolta col corno,
E in oriente faresti ritorno.
75 Poi che non piace al tuo fero destino,
Ch’io sia pur tua, come tu brami e vogli,
Perchè pugnar pur contra al tuo Apollino?
Io veggo il legno tuo fra mille scogli:
Tórnati col tuo popol Saracino,
E ’l nodo del tuo amor per forza sciogli.
A questo Manfredon rispose forte:
Non lo sciorrà per forza altro che morte.
76 Allor seguì la donzella più avante:
O Manfredon, di te m’incresce assai;
E diègli un prezioso e bel diamante:
Per lo mio amor, dicea, questo terrai,
Per ricordanza del tuo amor costante,
E pel consiglio mio ti partirai;
E se tu scampi, e salvi le tue squadre,
D’accordo ancor mi ti darà il mio padre.
77 Ogni cosa si placa con dolcezza,
E chi per forza vuol tirar pur l’arco,
Benchè sia sorian, sai che si spezza;
Ogni cosa conduce il tempo al varco;
E priego te per la tua gentilezza,
Che tu comporti ogni amoroso incarco,
E sia contento di qui far partita,
E in ogni modo conservar la vita.
78 La dipartenza, perch’e’ non ci avanza
Tempo, ch’io veggo morir la tua gente,
Tra noi sia fatta, e questo sia bastanza,
Poi che più oltre il Cciel non ci consente;
E quel gioiel terrai per ricordanza,
Ch’io t’ho donato, sempre in oriente:
E se fortuna e ’l ciel t’ha pure a sdegno,
Aspetta tempo, e miglior fato e segno.