79 Addormentati posonsi a giacere;
Malagigi gli segue come saggio,
E non poteva le risa tenere,
Veggendo quel c’ha fatto il beveraggio:
Tolse la spada a Rinaldo e ’l destriere,
E prese inverso Parigi il viaggio;
Messe Frusberta la spada sovrana
Nella guaina ov’era Durlindana;
80 Così Baiardo ov’era Vegliantino;
E ritornò a Rinaldo che dormia,
E dettegli la spada del cugino,
Così il cavallo, e poi disparì via;
E misse sotto il capo al paladino
Una certa erba che si risentia,
E risentito poco seco bada,
Chè del caval s’accòrse e della spada.
81 E volsesi a quel servo Ruinatto,
E disse: Tu debbi essere un ghiottone:
Dove è Baiardo mio? che n’hai tu fatto?
Questo è il caval del figliuol di Milone.
Rispose lo scudiere stupefatto:
I’ho dormito qua com’un poltrone,
Chè il sonno come te mi vinse dianzi,
E non sono ito più indrieto o più innanzi.
82 Disse Rinaldo ravveduto un poco:
Questo arà fatto far per certo Orlando;
E’ vuol pigliar di me sempre mai giuoco,
E fatto m’ha scambiar Baiardo e ’l brando;
Tutto s’accese di rabbia e di fuoco,
E fra sè disse: e’ ti verrà costando.
A Montalban pien di sdegno n’andava,
E Ruinatto in drieto rimandava.
83 E scrisse al conte Orlando: Tu m’hai tolto
A tradimento pel cammin dormendo
La spada e ’l mio cavallo, e come stolto
Sempre mi tratti, e poi ne vien ridendo;
E perchè più d’una volta m’hai còlto,
Di sofferirlo a questa non intendo:
Mandami in drieto e la spada e ’l cavallo,
Se non, che caro ti farò costallo.