Vai al contenuto

Pagina:Pulci - Morgante maggiore I.pdf/239

Da Wikisource.
220 il morgante maggiore.

9 Un giorno a scacchi Ulivier Borgognone
     In una loggia con Rinaldo giuoca;
     Vennono insieme giocando a quistione,
     E tanto ognun di parole rinfuoca,
     Ch’Ulivier disse a Rinaldo d’Amone:
     Tu hai talvolta men cervel ch’un’oca,
     E col gridar difendi sempre il torto;
     Non so se m’hai per tuo ragazzo scorto.3

10 Rinaldo rispondea: Tu credi forse,
     Perchè presente è qui Meridiana,
     Ch’io ti riguardi: e tanto ognun trascorse
     D’una parola in un’altra villana,
     Che Ulivieri il pugno innanzi porse;
     La damigella gli prese la mana:
     Rinaldo si rizzò subitamente,
     Ma Ulivier non aspettò niente.

11 Subito corse per la sua armadura,
     Torna a Rinaldo, e trasse fuori il brando:
     Rinaldo non l’aveva alla cintura:
     Ma in questo mezzo si cacciava Orlando;
     Meridiana triema di paura.
     Carlo Rinaldo venía minacciando:
     Ognidì metti la corte a romore,
     E ’l torto hai sempre, e fammi poco onore.

12 Rinaldo, ch’era tutto infuriato,
     Rispose a Carlo Magno: Tu ne menti,
     Chè ’l torto ha egli, ed hammi minacciato.
     Carlo gridava a tutte le sue genti:
     Fate che presto costui sia pigliato;
     Se non, che tutti farò malcontenti.
     Dicea Rinaldo: Ignun non mi s’accosti,
     Chè gli parrà che le mosche gli arrosti.4

13 Orlando vide il cugino a mal porto,
     E così disse: Piglia tuo partito;
     Vattene a Montalban per mio conforto,
     Ch’io veggo Carlo troppo insuperbito,
     Sanza voler saper chi s’abbi il torto.
     Rinaldo s’è prestamente fuggito,
     Tolse Baiardo, ed ubbidiva Orlando,
     E ’nverso Montalban va cavalcando.