9 Un giorno a scacchi Ulivier Borgognone
In una loggia con Rinaldo giuoca;
Vennono insieme giocando a quistione,
E tanto ognun di parole rinfuoca,
Ch’Ulivier disse a Rinaldo d’Amone:
Tu hai talvolta men cervel ch’un’oca,
E col gridar difendi sempre il torto;
Non so se m’hai per tuo ragazzo scorto.3
10 Rinaldo rispondea: Tu credi forse,
Perchè presente è qui Meridiana,
Ch’io ti riguardi: e tanto ognun trascorse
D’una parola in un’altra villana,
Che Ulivieri il pugno innanzi porse;
La damigella gli prese la mana:
Rinaldo si rizzò subitamente,
Ma Ulivier non aspettò niente.
11 Subito corse per la sua armadura,
Torna a Rinaldo, e trasse fuori il brando:
Rinaldo non l’aveva alla cintura:
Ma in questo mezzo si cacciava Orlando;
Meridiana triema di paura.
Carlo Rinaldo venía minacciando:
Ognidì metti la corte a romore,
E ’l torto hai sempre, e fammi poco onore.
12 Rinaldo, ch’era tutto infuriato,
Rispose a Carlo Magno: Tu ne menti,
Chè ’l torto ha egli, ed hammi minacciato.
Carlo gridava a tutte le sue genti:
Fate che presto costui sia pigliato;
Se non, che tutti farò malcontenti.
Dicea Rinaldo: Ignun non mi s’accosti,
Chè gli parrà che le mosche gli arrosti.4
13 Orlando vide il cugino a mal porto,
E così disse: Piglia tuo partito;
Vattene a Montalban per mio conforto,
Ch’io veggo Carlo troppo insuperbito,
Sanza voler saper chi s’abbi il torto.
Rinaldo s’è prestamente fuggito,
Tolse Baiardo, ed ubbidiva Orlando,
E ’nverso Montalban va cavalcando.