74 O Carlo imperador, quanto se’ ingrato!
Non sai tu quanto è in odio a Dio tal pecca?
Non hai tu letto, che per tal peccato
La fonte di pietà su in ciel si secca?
E con superbia insieme mescolato,
Caduto è d’Aquilon nella Giudecca15
Con tutti i suoi seguaci già Lucifero;
Tanto è questo peccato in sè pestifero.
75 Tu hai sentito pur che Scipione,16
Sendo di senno vecchio e giovan d’anni,
A Annibal tolse ogni reputazione,
Di che tanto acquistata avea già a Canni:
Furno i Romani ingrati alla ragione,
Onde seguiron poi sì lunghi affanni:
Questo peccato par che ’l mondo adugge,
E finalmente ogni regno distrugge.
76 Questo peccato scaccia la giustizia,
Sanza la qual non può durare il mondo;
Questo peccato è pien d’ogni malizia,
Questo peccato a gnun non è secondo;
Gerusalem17 per questo precipizia,
Questo peccato ha messo Giuda al fondo;
Questo peccato tanto grida in cielo,
Che ci perturba ogni sua grazia e zelo.
77 Quel c’ha fatto per te già il paladino,
Credo tu ’l sappi, ma saper nol vuoi,
Mentre che fu tra ’l popol saracino;
So che tra gli altri assai lodar quel suoi.18
Non ti ricordi, figliuol di Pipino,
De’ beneficj, e penter non val poi:
E pur se fatta ha cosa che sia atroce,
Del tuo Gesù ricordati già in croce;
78 Che perdonava al popol che l’offende,
Raccomandalo al padre umilemente:
Astolfo in colpa ginocchion si rende,
E chiede a te perdon pietosamente:
E pur se ’l giusto priego non t’accende,
Di grazia ti domanda finalmente,
Che per le man di Gan non vuol morire,
E tu nol vuoi di questo anco esaudire.