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246 il morgante maggiore.
st’oro, e si disputava perchè i Galli avessero recate bilance non giuste, sopraggiunse Cammillo, già richiamato dall’esilio e fatto dittatore; il quale rimproverata ai Romani la vergogna dell’essersi in siffatta maniera venduti; e rotti i patti, come quelli che erano stati fatti senza il consentimento di lui già eletto Dittatore, ingaggiò la battaglia coi Galli, e sconfissegli; perchè tornato trionfatore in città, fu chiamato coi nomi di Romolo, di Padre della Patria, e secondo edificatore di Roma.




CANTO DECIMOSECONDO.




ARGOMENTO.

     Gano lascia la corte: a tradimento
Prende ’n un bosco Ricciardetto, e a Carlo
Lo dà in potere; e Carlo assai contento
S’è già deliberato d’impiccarlo:
Orlando parte a così strano evento;
Ricciardetto ha chi viene a liberarlo.
Parigi per suo re Rinaldo adotta,
E Orlando dal Persiano è messo in grotta.


1 O fonte di pietà, fonte di grazia,
     Madre de’ peccator nostra avvocata,
     Di cui la mente mia mai non si sazia
     Di dir quanto tu sia nel ciel beata,
     Tu redemisti nostra contumazia,1
     Dal dì che ’n terra fusti annunziata;
     Non mi lasciare, o Vergine di gloria,
     Tanto ch’i’ possa ordinar questa storia.

2 Troppo sarebbe lungo a dire in rima
     Di tanta gente appunto le parole,
     E d’ogni cosa far non si dè’ stima:
     Rinaldo il traditor Gan morto vuole,
     Carlo di grazia l’avea chiesto prima,
     Della qual cosa il popol se ne duole;
     Pur lo lasciâr con questa condizione,
     Che mai più in corte non istia il fellone.