92 Ah, disse Orlando, come esser può questo,
Come può farlo altro che solo Dio,
Che sia di qui partito così presto?
O Ulivieri, o Ricciardetto mio,
Forse che avvolto avete ora il capresto!
Or se’ contento, cugin pazzo e rio?
Or si vendicherà il Soldan de’ torti;
Io ne farò vendetta, se gli ha morti.
93 Qui si bisogna subito riparo,
E tempo non è più d’essere amante.
E finalmente d’accordo ordinaro,
Che Chiariella sposassi Balante,
E ’l regno a questi a governo lasciaro:
E Luciana col suo Balugante
A Saragozza a Marsilio tornassino,
E per lor parte assai lo ringraziassino.
94 E ben conobbe Luciana, e vede
Ch’al suo Rinaldo era uscita del core;
Contenta si partì, come ognun crede,
E disse fra se stessa: Ingrato Amore,
È questo il merto di mia tanta fede?
Così va chi si fida in amadore.
E ritornossi assai dogliosa al padre
Con Balugante e con le loro squadre.
95 Ordinato la terra, si partiro
Rinaldo, Orlando, e ’l suo caro scudiere,
E per diverse vie cercando giro,
Dove sien del Soldan le sue bandiere.
Una mattina in un bosco apparire,
Dove s’andava per istran sentiere,
Per ispelonche, per burroni e balze,
Dove vanno le capre appena scalze.
96 E come furno in mezzo del deserto,
Cinque giganti trovorno assassini,
Che tutto quel paese avien diserto,
Tanto che presso non v’è più vicini:
In una grotta in un luogo coperto
Si riducevan come malandrini,
E una damigella avien con loro
Tutta angosciosa, e con assai martoro.