134 La novella n’andò con gran furore
Al re Gostanzo, come la sua figlia
Era venuta, onde e’ gli crebbe il core,
E corse incontro colla sua famiglia;
E tutta la città trasse al romore,
Come avvien sempre d’ogni maraviglia:
Ognun voleva il primo abbracciar questa:
Pensa se ’l padre suo gli fece festa.
135 Ella gli disse: Questo è il conte Orlando:
E dove e come e’ l’aveva trovata,
E da’ giganti tolta, e disse quando
Ed in che modo l’avevon rubata:
E tutta la sua vita vien contando,
E come pel cammin l’abbi onorata
Orlando sempre, insin che l’ha condotta.
Il re Gostanzo così disse allotta:
136 Quest’ è colui, che ti scampò da morte?
Quest’ è colui che t’ha dunque prosciolta?
Quest’ è colui ch’è tanto ardito e forte?
Quest’ è colui ch’agli altri fama ha tolta?
Quest’ è colui ch’allegra or la mia corte?
Quest’ è colui per cui non se’ sepolta?
Quest’ è colui ch’uccise il fier gigante?
Quest’ è colui ch’è ’l gran signor d’Angrante?
137 Non cavalca caval miglior barone,
Nè miglior cavalier porta elmo in testa;
Non cinse spada mai simil campione,
Nè miglior paladin pon lancia in resta;
Non uom tanto gentil si calza sprone.
Ed abbracciava Orlando con gran festa,
E la reina e lui lo ringraziorno,
E tutto il popol suo che gli è dintorno.
138 Or lasciam questi star così contenti.
Ritorniamo al soldan di Babillona,
Che non pareva già che si rammenti
Di quel ch’a Antea promesse sua corona
De’ due prigion; ma pensava altrimenti
Di tor subito a questi la persona,
Prima che sia Rinaldo a lui tornato
Dal Veglio, dov’e’ sa che l’ha mandato.