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24 il morgante maggiore.

9 Morgante avea con loro insieme pianto,
     Sentendo queste cose ragionare,
     E pur cercava d’armadure; e ’ntanto
     Un gran cappel d’acciaio usa trovare,
     Che rugginoso si dormia in un canto.
     Orlando, quando gliel vide provare,
     Disse: Morgante, tu pari un bel fungo;
     Ma il gambo a quel cappello è troppo lungo.

10 Una spadaccia ancor Morgante truova:
     Cinsela, e poi sen’andava soletto
     Là dove rotta una campana cova,
     Ch’era caduta, e stava sotto un tetto,
     E spiccane un battaglio a tutta pruova,
     Ed a Orlando il mostrava in effetto:
     Di questo che di’ tu, signor d’Anglante?
     Dico che è tal, qual conviensi a Morgante.

11 Disse il gigante: Con questo battaglio,
     Che vedi com’è grave, e lungo, e grosso,
     Non credi tu ch’io schiacciassi un sonaglio?
     Io vo’ schiacciare il ferro, e tritar l’osso:
     Parmi mill’anni or d’essere al berzaglio7.
     Orlando a Chiaramonte ha così mosso:
     Or vi vorrei pregar, mio santo abate,
     Che di trovar ventura c’insegniate.

12 Qualche battaglia, qualche torniamento
     Trovar vorremmo, se piacessi a Dio.
     Disse l’abate: Io ne son ben contento,
     E credo satisfare al tuo disio;
     Sappi che qua verso Levante sento,
     Che in una gran città, parente mio,
     Un re pagan vi fa drento dimoro,
     Il qual si fa chiamar re Caradoro.

13 Ed ha una sua figlia molto bella,
     Onesta, savia, nobile, e gentile;
     E non è uom che la muova di sella,
     E ciascun cavalier reputa vile;
     S’ella non fussi Saracina quella,
     Non fu mai donna tanto signorile:
     Dintorno alla città sopra a’ confini
     Sono accampati molti Saracini.