32 E riuscì la punta nelle rene.
Orlando disse: Il terzo uccidrò io;
Ecco il lion che inverso lui ne viene,
E ’nginocchiossi mansueto e pio:
Orlando Durlindana sua ritiene,
E disse: Questo è misterio di Dio:
Seguite me; chè ’l Ciel ci spigne drento,
E non arem dagli altri impedimento.
33 E così fu: chè il lion si rizzava,
E tutti gli altri dètton lor la via,
E questo come scorta innanzi andava.
Orlando inverso i giganti ne gia:
Maravigliârsi, e l’un di lor parlava:
Che gente è questa, e donde entrata sia?
Può fare il Ciel che’ lion non gli udissino,
E tutt’a sei a un’otta dormissino!
34 Questo mi par pure il più nuovo caso.
Subitamente uscîr fuor del palazzo:
Fecesi innanzi l’un ch’è sanza naso,
E va verso Rinaldo come un pazzo:
La barba lunga aveva e ’l capo raso;
Rinaldo guarda quel viso cagnazzo,
Che non parea nè d’uom nè d’animali,
E disse: Dove appicchi tu gli occhiali?
35 O con che fiuti tu l’anno le rose?
Tu par bestia domestica a vedere.
Questo gigante a Rinaldo rispose:
Io tel farò, ghiotton, tosto sapere.
Rinaldo un colpo alla zucca gli pose,
Ch’arebbe ben dimezzate le pere:
E cacciagli Frusberta insino agli occhi,
Tanto che morto convien che trabocchi.
36 Come e’ fu in terra questo fastellaccio,
L’altro s’avventa addosso ad Aldinghieri:
Volle menargli d’un suo bastonaccio;
Ma e’ prese un salto che parve un levrieri,
E schifa il colpo, e menavagli al braccio,
Tal che, se sa schermir, gli fa mestieri;
E netto lo tagliò come un mellone,
E cadde in terra il braccio col bastone: