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canto ventesimoprimo. 141

172 Astolfo e ’l conte Orlando rispondevano,
     Che non avien di lor gente paura,
     E che con giusto titol possedevano:
     E che verrebbon fuor delle lor mura
     A provarsi con lor, chè non temevano
     Di lor minacce o di maschera scura;
     Come nell’altro cantar vi riserbo.
     Guardivi quello a chi presso era il Verbo.




NOTE.


12. per arroto ec. Per di più, per giunta.

27. E Tesifone ec. Le tre furie infernali. Tesifone era la principale, o come la chiama Virgilio nel VI dell’Eneide, la massima; Megera era la seconda, e il suo nome significava l’odio e le liti che eccita fra i mortali; Aletto, la terza, veniva a significare perpetua o immediata, indicando per tal modo come il gastigo tien dietro tempre e immediatamente al delitto; conciossiachè queste tre furie sieno figurate le ministre dell’ira divina.

43. Ericon ec. Forse Eritone maga, di cui parla Lucano nel lib. VI; e Dante, Inferno, canto IX.

46. Smaelle. Questo e gli altri nelle ottave seguenti, son tutti nomi romantici e favolosi.

62. civanza ec. Vantaggio, utile.

68. Disse colui ec. Quando alcuno ha alle mani cose difficili e faticose, suol dirsi per proverbio come disse colui che ferrava l’oche perciocchè questi animali, alzando il piede, stringon la pianta.

77. E come Meleagro ec. La vita di questo eroe della favola era attaccata ad un tizzone, il quale come fosse ridotto in cenere, Meleagro sarebbe morto. Ora egli avvenne che Altea madre di lui, montata contr’esso in furore, perchè egli le aveva ucciso i fratelli, gettò il fatal tizzone nel fuoco, il quale non sì tosto fu incenerito che Meleagro morì; di che essa ebbe sì gran pentimento e dolore, che si appiccò per la gola. Vedi il Decimo della Iliade. Dante disse di lui:

Si consumò al consumar d’un tizzo.

84. E ’mbavagliorno ec. Imbavagliare significa mettere il bavaglio, che è quel pezzo di panno che mettesi dinanzi a’ bambini quando mangiano, per guardare i panni dalle brutture, o nettarsi la bocca. E perchè questo bavaglio aveva anticamente una buca nel mezzo nella quale si metteva il capo (in oggi io vece si lega al collo con due nastri) si diceva metaforicamente imbavagliare per cuoprire altrui il capo e il viso con un panno, o altro, acciò non conosca e non sia conosciuto; che anche diciamo imbacuccare.

92. fanno del vezzoso. Cioè del lezioso, dello schifo. — al cul l’arà. Averla al culo dicesi di cosa che riesca al contrario dello espettazione o desiderio che altri abbia. — fra Mazzon ec. Detto per ischerzo, perchè Astolfo adoperava la mazza.

105. E fece carità ec. Far carità significa mangiare insieme. I primitivi cristiani usavano raunarsi a convito, e ciò chiamavano άγάπη , che significava appunto carità; e di qui il nostro far carità.

122. le stimile faceva. Far le stimite o stimate significa maravigliar-