234 Vollonsi alcun con Rinaldo provare,
Ognuno in terra alla fine è caduto;
Il padre di costor si fece armare,
E venne sopra il campo sconosciuto:
Rinaldo il gittò in terra, e nel cascare,
L’elmo gli usciva, ond’e’ fu conosciuto:
E come fatta è la festa, a bell’agio
Rinaldo ne menò seco al palagio,
235 Chè di sua forza si maravigliava;
I suoi compagni con lui fe’ venire,
E un convito solenne ordinava,
E le fanciulle stavano a servire,
E l’una e l’altra Rinaldo guardava,
Innamorate del suo grande ardire:
E poi, mangiato, in una zambra vanno,
E le fanciulle gran disputa fanno,
236 E dice ognuna ch’era la più bella,
E che Rinaldo giudicassi questo:
Contente son l’una e l’altra sorella.
Rinaldo alla Brunetta disse presto,
E ch’aveva il suo amor donato a quella;
Il che fu tanto alla bianca molesto,
Ch’a un balcon con un laccio di seta
S’impiccò in una camera segreta.
237 Della qual cosa ciascuno si lamenta;
Rinaldo co’ compagni si partia,
E la Brunetta riman malcontenta:
Macon, dicendo, ti mostri la via;
Dove tu sia, peregrin, ti rammenta
Della Brunetta, che tua sempre sia.
E dettegli un fermaglio la Brunetta
Per ricordanza di lei meschinetta.
238 E volle prima il suo nome sapere:
Quando sentì com’egli era Rinaldo,
S’accese tanto del suo gran potere,
Che non si spense mai poi questo caldo;
Benchè mai più nol dovea rivedere,
Pur si rimase nel suo petto saldo:
Rinaldo al suo viaggio ne va ratto,
Per essere alle man con Fuligatto.