99 Questo è quel conte Anselmo, che si dice
Che in Roncisvalle fe’ mirabil cose,
Donde l’anima in ciel n’andò felice.
Orlando in man la lettera gli pose.
Ulivier questa andata contraddice;
Ma poi seguire Orlando si dispose,
Perchè pure era una volta cognato,
E lungo tempo l’avea seguitato.
100 Or oltre in Roncisvalle Orlando va
Per obbedir, com’e’ fe’ sempre, Carlo:
Non so se Rafael con lui sarà;
Credo che sì, chè non dovea lasciarlo;
Forse che no; ma più tosto verrà
Cogli altri in paradiso accompagnarlo,
Dove l’anima giusta e benedetta
Nella gloria de’ martiri s’aspetta.
101 Rescrisse a Gan lo imperator, ch’avea
Ogni cosa ordinato, e la partenzia
Il tal dì di Parigi esser dovea,
E commendava la sua diligenzia.
Or come il traditor questo intendea,
Dal re Marsilio pigliava licenzia;
E nel partire ordinava ogni cosa,
Acciò che a tempo fiorisca la rosa.
102 E reputava Gan tanto gagliardo
Orlando, che gli parve e’ bisognassi
Cento mila Pagan nel primo sguardo;
Nella seconda schiera ne cacciassi
Dugento mila; e poi nel retroguardo
Altrettanto di tutti non mancassi:
Chè il terzo dì, se la battaglia dura,
Ognuno arebbe d’Orlando paura.
103 E disse: Intendi ben quel ch’io ti dico,
Marsilio: a questa parte abbi rispetto,
Però che e’ fu fatato per antico,
Che il terzo dì nessun gli regge a petto;
E so che prezza poco ogni nimico;
E Carlo molte volte me l’ha detto,
Ch’e’ fu fatato infino in Aspramonte,
Al tempo d’Agolante e del re Almonte.