129 Tanto che sol v’era un signor rimaso,
Il qual non si voleva battezzare,
E redurre alla fede di Tommaso:
Ma perchè più non vollon soggiornare,
Rinaldo se n’andò verso l’Occaso,
E volle il grande Atlante superare,
Sanza curarsi o di fatica o gielo,
Forse per torgli dalle spalle il cielo.
130 Poi vide i segni che Ercule già pose,
Acciò che i navicanti sieno accorti
Di non passar più oltre, e molte cose
Andò veggendo per tutti que’ porti;
E quanto ell’eran più maravigliose,
Tanto pareva più che si conforti:
E sopra tutto commendava Ulisse,
Che per veder nell’altro mondo gisse.
131 Or finalmente si tornò in Egitto,
Ed ha molte provincie battezzate:
Credo ch’egli abbi l’animo diritto,
Di non tornar mai più in Cristianitate;
E so che molte volte v’ha qua scritto,
Ma non ci son le lettere arrivate,
Che s’egli avessi seco avuto Orlando,
Sarebbe mezzo il mondo a suo comando.
132 Già era Malagigi stato attento
Tre ore o più, che quel demone ha detto,
E disse: Non dir più ch’i’ m’addormento;
Sol t'ho chiamato per questo rispetto,
Che tu vadi a Rinaldo in un momento,
E che tu porti lui con Ricciardetto
In Roncisvalle, dove aspetta Orlando:
E so che intendi, io te gli raccomando.
133 Disse Astarotte: E’ non si fideranno.
Rispose Malagigi: Entra in Baiardo;
Rinaldo e Ricciardetto vi saranno:
Guicciardo non importa, e così Alardo;
E inverso Montalban si torneranno:
Ma fa che a questo tu abbi riguardo,
Che non rincresca a Rinaldo la via,
E che in tre giorni in Roncisvalle sia.