84 Rinaldo non sapea formar parole
Alla risposta accommodate a quello,
E ringraziare Astarotte suo vuole,
E così Squarciaferro e Farferello;
Poi gli rispose: Astarotte, e’ mi duole
Il tuo partir quanto fussi fratello:
E nell’inferno ti credo che sia
Gentilezza, amicizia e cortesia.
85 E se lecito t’è quel ch’io dico ora,
Qualche volta mi torna a rivedere,
E Squarciaferro, e Farferello ancora,
Ch’io penso sol di potervi piacere;
E quel Signor, che la mia legge adora,
Prego, se 'l prego dovessi valere,
Che vi perdoni, e che ciascun si penti,
Chè ristorar non vi posso altrimenti.
86 Disse Astarotte: Se vuoi ch’io domandi,
Una grazia sol chieggio, qual puoi farmi,
E poi contento da te me ne mandi:
Tu facci a Malagigi liberarmi,
E in qualche modo me gli raccomandi:
Però che sempre potrai comandarmi,
Chè di servirti non mi fia fatica;
E basta solo Astarotte tu dica.
87 Ed io ti sentirò fin dello inferno,
E verrà per mio amor qui Farferello.
Io ti sono obbligato in sempiterno,
Disse Rinaldo, e così il mio fratello;
Però, non che una lettera, un quaderno
Iscriverrò di buono inchiostro a quello,
E farà ciò che vorrai, Malagigi;
Pensa s’io posso farti altri servigi.
88 E manderògli un messaggier volando,
E scriverò della tua cortesia;
E così farò scrivere a Orlando,
Sì dolce è stata la tua compagnia.
Disse Astarotte: A te mi raccomando.
E disparì co’ suoi compagni via,
Che parve proprio un baleno sparissi,
E che la terra di sotto s’aprissi.