97 E gridò: Ricciardetto, hai tu paura?
Piglia un altro caval, chè ce n’avanza.
E Ricciardetto a saltar s’assicura,
Come de’ Paladin sempre era usanza,
Sopra un caval con tutta l’armadura:
Ma qui resta il valor sanza speranza,
Benchè il cor generoso si conforti,
Perchè tutti i Cristian quasi eran morti.
98 E’ Saracin pochi restati sono,
Benchè Rinaldo e Turpin gli persegua:
Ah Turpin vecchio, ah Turpin nostro buono,
Qui non si ragionava or della triegua.
Bianciardin fuggito era come un tuono,
Marsilio e Balugante si dilegua,
E vorrebbon trovar qualche via mozza,
Che gli guidi in due passi a Siragozza.
99 Terigi era rimasto per un piede
In terra avviluppato in certa stretta,
E il suo signore Orlando non lo vede,
Sì che nel sangue si storce e gambetta,
Che pareva un tocchetto di lamprede;
Ma la gente pagana maladetta,
Com’io dissi disopra, è già sparita,
Sì che per questo pur campò la vita.
100 Orlando per lo affanno ricevuto
Non potea sostener più l’elmo in testa,
Tanto aveva quel giorno combattuto;
E perchè molto la sete il molesta,
Si ricordò dove egli avea bevuto
A una fonte, e va cercando questa;
E ritrovata appiè della montagna,
Quivi soletto si riposa e bagna.
101 Vegliantin, come Orlando in terra scese,
Appie’ del suo signor caduto è morto;
E inginocchiossi, e licenzia gli chiese,
Quasi dicessi: Io t’ho condotto a porto:
Orlando presto le braccia distese
All’acqua, e cerca di dargli conforto;
Ma poi che pure il caval non si sente,
Si condolea molto pietosamente.