102 O Vegliantin, tu m’hai servito tanto,
O Vegliantin, dove è la tua prodezza?
O Vegliantin, nessun si dia più vanto,
O Vegliantin, venuta è l’ora sezza:
O Vegliantin, tu m’hai cresciuto il pianto,
O Vegliantin, tu non vuoi più cavezza;
O Vegliantin, s’io ti feci mai torto,
Perdonami, ti priego, così morto.
103 Dice Turpin, che mi par maraviglia,
Che come Orlando — perdonami — disse,
Quel caval parve ch’aprissi le ciglia,
E col capo e co’ gesti acconsentisse;
Tanto che Orlando riprese la briglia,
Forse pensando che si risentisse:
Dunque Pirramo e Tisbe al gelso fonte
A questa volta è Vegliantino e ’l Conte.
104 Ma poi che Orlando si vide soletto,
Si volse e guarda inverso la pianura,
E non vede Rinaldo o Ricciardetto;
Tanto che i morti gli fanno paura,
Chè il sangue aveva trovato ricetto,
E Roncisvalle era una cosa oscura:
E pensi ognun quanto dolor quel porta,
Quando e’ vedeva tanta gente morta.
105 E disse: O terque o quaterque beati,
Come disse il troian famoso ancora;
E miseri color che son restati,
Come son io, insino all’ultim’ora;
Chè, benchè i corpi sien per terra armati,
L’anime son dove Gesù s’onora:
O felice Ulivier, voi siete in vita,
Pregate or tutti per la mia partita.
106 Or sarà ricordato Malagigi,
Or sarà tutta Francia in bruna vesta,
Or sarà in pianti e lacrime Parigi,
Or sarà la mia sposa afflitta e mesta:
Or sarà quasi inculto San Dionigi,
Or sarà spenta la cristiana gesta:
Or sarà Carlo e il suo regno distrutto,
Or sarà Ganellon contento in tutto.