72 La prima guerra fu con gli Aquitani:
Nota, lettor, che l’Aquitania è Ghienna,
Acciò che i versi alcuna volta io spiani
Dov’io vedrò la discrezione accenna:
Pipin v’avea prima messo le mani,
Come scritto fu già con altra penna;
Carlo v’andò fino a guerra finita,
E riportonne la palma fiorita.
73 E so che replicar non mi bisogna
Cose tanto propinque alla memoria,
E come Unuldo si fuggì in Guascogna,
E come doppia fu questa vittoria,
Da poi ch’egli ebbe il suo nimico in gogna:
Però che Lupo per maggior sua gloria,
Il duca di Guascogna, fu prudente,
E dette Unuldo e sè liberamente.
74 E perchè intanto il bel paese esperio9
Occupava il furor de’ Longobardi
Sotto le insegne del re Desiderio,
Uomini inculti, feroci e gagliardi,
Sì che quel tenne di Italia lo imperio
Ventiquattro anni sotto i suoi stendardi;
Non si poteva alla fine cacciarlo,
Se non giugneva il soccorso di Carlo.
75 Era venuto di verso Oceáno
Questo popolo indomito, chiamato
Da Narsete Eunuco capitano:
Onde il sommo pontefice oppressato,
Ch’era in quel tempo il famoso Adriano,
A Carlo imbasciatore ebbe mandato,
Che dovessi in Italia venir quello,
Come Pipin già fece e ’l suo Martello.
76 Carlo, mosso da’ prieghi santi e giusti,
Partì di Francia co’ suoi paladini,
E bisognoe passar per luoghi angusti,
Onde Annibal passò co’ suoi Barchini;
Perchè e’ tenean que’ populi robusti
I passi e i gioghi degli alti Apennini;
Ma passi o sbarre non valsono o ponti,
Chè finalmente e’ trapassò que’ monti.