Pagina:Pulci - Morgante maggiore II.pdf/423

Da Wikisource.
420 il morgante maggiore.

77 E mandò prima imbasciadori a quelli,
     Là dove Desiderio era attendato,
     Che dovessin partir co’ lor drappelli,
     E come egli era in Italia chiamato,
     Per discacciar della Chiesa i rebelli;
     Che si ricordin pel tempo passato,
     Come altra volta con ispada e lancia
     Provato avevan le forze di Francia.

78 E finalmente alla battaglia venne,
     Dove il pian vercellese par che sia:
     Il perchè Desiderio non sostenne,
     E fu costretto fuggirsi in Pavia,
     Dove Carlo assediato un tempo il tenne;
     E intanto andò con la sua compagnia,
     Poi ch’egli avea la sua superbia doma,
     A vicitare il Pontefice a Roma.

79 Grande onor fece il sommo padre santo
     A Carlo, lieto del suo avvenimento,
     Restituite le sue terre intanto,
     E aggiunto Spoleti e Benevento;
     E così in Roma dimorato alquanto,
     Perchè molto Adrian ne fu contento,
     E satisfatto alla sua devozione,
     Si dipartì con gran benedizione.

80 E perchè Desiderio avea lasciato,
     Com’io dissi, assediato in la sua terra,
     Come folgore indrieto ritornato,
     Tanto lo strinse finalmente e serra,
     Che bisognò che si fussi accordato;
     E così fu terminata la guerra:
     E riportonne il trionfo e le spoglie,
     E in Francia lui co’ figliuoli e la moglie.

81 Così la bella Italia liberata,
     Che da’ Goti e da’ Vandali prima era,
     E dagli Unni e dagli Eruli, occupata,
     Gente bestial, molto crudele e fera;
     E la Chiesa di Dio restaurata;
     Si ritornò con la santa bandiera,
     E per più gloria de’ famosi gigli
     Seco menò di Carlo Mano i figli.