52 E sciolse alla fanciulla la catena,
E disse: Andianne omai, dama gradita.
Questa fanciulla d’allegrezza è piena,
E spera ancor trovar suo padre in vita;
Morgante per la man sempre la mena,
Però ch’ell’era ancor pure stordita,
E debol, pe’ disagi e per gli affanni
Ch’avea sofferti, misera, molt’anni.
53 Dicea Margutte: Quel can traditore
Per modo le costure m’ha trovate,
Che non sarebbe cattivo sartore:
Io ho tutte le rene fracassate.
Disse Morgante: S’io non presi errore,
E’ ti toccò di vecchie bastonate;
Io ti senti’ spianare il giubberello,
Mentre ch’i’ero alle man col fratello.
54 Così tutto quel giorno ragionando
Vanno costoro insieme pel deserto;
Ma da mangiar niente mai trovando,
Ognun di lor già fame avea sofferto:
Margutte vede, di lungi guardando,
Chè il lume della luna era scoperto,
Una testuggin ch’un monte pareva,
E quel che fussi ancor non iscorgeva.
55 Ma dubitava s’ella è cosa viva,
O facea caso l’imaginazione,
Nè ancor dirlo a Morgante s’ardiva,
Non si fidando di sua opinione;
Ma poi che presso a questa fera arriva,
Disse a Morgante: Questo compagnone
Non vedi tu che ti vien già da fronte?
Per Dio, ch’io dubitai che fussi un monte.
56 Disse Morgante: Ella è una testuggine,
E mi parea di lungi un monticello.
E cominciava a spiccargli la ruggine
Col suo battaglio, e spezzargli il cervello.
Non domandar se lieva le caluggine:
Quella fanciulla godeva a vedello.
Rotte le scaglie, e fracassate tutte,
Disse: Del fuoco si vuol far, Margutte.