82 Ma non fu prima dal fuoco partito,
Che Morgante a spiccar comincia un pezzo
Del liofante, e disse: Egli è arrostito;
E tutto il mangia così verdemezzo,
Dicendo alla fanciulla: Il mio appetito
Non può più sofferir, ch’è male avvezzo;
E diègli la sua parte finalmente,
Come si convenia, discretamente.
83 Margutte torna, e Morgante trovava
Che s’avea trangugiato insino all’osse
Il liofante, e’ denti stuzzicava
Con lo schidon del pin dove e’ si cosse;
Tra le gengie con esso si cercava,
Come s’un gambo di finocchio fosse:
Le zampe sol vi restava e la testa;
D’ogni altra cosa era fatta la festa.
84 Disse Margutte: Dove’è il liofante,
Che tu dicesti di serbare intero?
Egli è qui presso; rispose Morgante.
Diceva la fanciulla: E’ dice il vero,
E’ l’ha mangiato dal capo alle piante,
E non è stato, al suo parere, un zero.
Disse Morgante: Io non ti fallo verbo,
Margutte, poi che in corpo te lo serbo.
85 Tu non hai bene in loica studiato:
Io dissi il ver, ma tu non m’intendesti.
Margutte stava come trasognato,
E dice: Io penso come tu facesti:
Può far il ciel tu l’abbi trangugiato?
Io credo ch’ancor me mangiato aresti:
Forse fu buon ch’io non ci fussi dianzi,
Ch’io mi levai dalla furia dinanzi.
86 Tu m’hai a mangiare un dì poi, come l’Orco:
Questa è stata una cosa troppo strana,
Un atto proprio di ghiotto e di porco,
Quel c’ha fatto la gola tua ruffiana;
Tu non sai forse come io mi scontorco
A comportar tua natura villana:
Pensi ch’io facci gelatina o solci,14
Che ’l capo drento o le zampe esser vuolci?