Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 94 — |
XX.
INTENSA E LIETA VITA ARTISTICA.
UNA SORELLA INFELICE.
Vengo, ora, a dire della mia vita artistica tra il 1850 ed il 1859.
Fin da quando io stava per la seconda volta con Massabò andavo dal paesista francese Le Noble ed a lui domandavo qualche studio da copiare. Ma egli, che era un allegrone, romanescamente mi diceva:
— Voi, sor coso lungo, giacchè ci avete li quadrini, annatevene in campagna e studiate dal vero.
Un giorno, ripetendomi questo, aggiungeva:
— Io me ne vado a Tivoli. Se voi volete venire...
Non me lo feci dir due volte e lo seguii.
Andammo a dar di cozzo nel tempio della Sibilla. E lui in una sola seduta lo fece tutto intero all’acquarello. Ed io, messo l’insieme appena, nello stesso tempo terminai un capitello.
Eravamo, lassù a Tivoli, una assai lieta compagnia di giovani pittori. C’erano: un certo Marchesi di Parma, Colombo Rossi, Bianchi di Milano, Gamba, Casnedi, Alessandro Castellani. Quasi tutti suonavamo qualche strumento. Alla sera andavamo a far serenate alle belle del paese; che spesso, fattesi alle finestre, amabilmente ci dicevano:
— Gettatevi nelle cascate!...
Quando poi, di giorno, dipingevamo nelle gole dei monti, i ragazzi ci tiravano sassate.
Era con noi una brigata di giovani signori romani, venuti per il fresco e per la caccia. Qualche volta si andava giù in