Pagina:Quel che vidi e quel che intesi.djvu/96

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Credo Pellegrino Rossi sia stato vittima del comun odio di Gesuiti e di repubblicani, gli uni e gli altri aborrendo il papato liberale. Dicono che se il Rossi, quel giorno in cui fu morto, avesse pronunciato alla Camera il discorso preparato, avrebbe di certo vinto la causa della Libertà col Papato. E questo, concordi, non volevano i due estremi partiti.

Inorridito tornai a casa e feci a pezzetti la «panuntella».


Alla sera dell’uccisione di Pellegrino Rossi per il Corso ci furono grandi manifestazioni di gioia di Reduci e di popolani, i quali sollevavan fra le loro braccia uomini ignoti gridando e cantando:

Viva Bruto Secondo!
Benedetta quella mano
Che il tiranno pugnalò.
Benedetta quella mano
Che Pellegrino ammazzò.

Queste ed altre simili disgustose sconcezze cantava quella gente imbestiata. Ed il più orrendo fu che gli osceni dimostranti si spinsero ad urlare le loro feroci infamie fin sotto le finestre della dimora della vedova dell’assassinato, a gridarvi tutta la lor turpe gioia!...


Eran, quelli, tempi di libertà, di elezioni, con un popolo ineducato e di libertà indegno, che questa scambiava con la licenza, traviato e corrotto dalla adulazione di persone colte, le quali per le loro ambiziose mire ne ricercavano il suffragio. Nessuno più di me condannò quei feroci eccessi. Ma nulla fa specie quando il popolo in momenti di esaltazione, soffiato da uomini educati, ma rosi dalle loro brame e dai partiti, imbestialisce.

Ugualmente la plebe di Roma stessa nel 13 gennaio 1793. Ugo Bassville, segretario della Legazione francese in Napoli, era venuto a Roma allo scopo di fomentarvi segretamente la