Pagina:Raccolta di proverbi bergamaschi.djvu/47

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O èndem, o tèndemO vendimi, o guardami — Così dicono i negozj, i quali per prosperare hanno bisogno dell’assiduità del padrone.
Ol bu marcàt al vöda ’l borsèlLe buone derrate vuotano la borsa — e
Ol trop bu marcàt al tira in maluraLe troppe buone derrate traggono in rovina — perchè allettano a comperare.
Ol comprà l’insegna a vendIl comperare insegna a vendere — perchè dal prezzo della compera si forma quello della vendita.
Ol sold ciapàt sóta ’l porteghèt l’è sant e benedètIl denaro preso sotto il portichetto è santo e benedetto — Bel proverbio col quale si vuole significare che i guadagni, fatti stando alla propria casa, sono i migliori. Il proverbio toscano dice: Vendi in casa e compra in fiera.
Ol zontaga l’è parét del piànsIl rimetterci di capitale è parente del piangere — ed è certamente meglio non acquistare che perdere.
Pati ciari, amici cari (o amicissia longa) — Patti chiari, amici cari, o amicizia lunga.
Prima notà e po’ pagàPrima notare e poi pagare — Nei pagamenti non bisogna mai risparmiare la penna.
Pochèti, ma tochèti — Nel suo laconismo equivale al proverbio veneto che dice: Xe megio lascar in t’i prezzi che far credenza — È meglio essere facile o largheggiare nel prezzo che far credenza.
Ròba esibida, ròba avilida — Roba profferta, mezza buttata via (Tosc.); e
Roba esebida o la spössa o l’è stantida (Ang.) — Roba esibita o puzza o è stantia.