Pagina:Racconti sardi.djvu/39

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— Prosegui e sii più breve...

«— Sarò breve. Cosema mi promise delle prove, poi, tutto ad un tratto, si mise a piangere disperatamente, singhiozzando.

«— Ebbene, — chiesi io sorpreso, — e ora perchè piangi?..

«In realtà, non potevo trattenermi neppur io, e un nodo mi serrava la gola. Credevo e non credevo a ciò che Cosema m’aveva detto e mentre sentivo una pazza voglia di schiaffeggiarla, avrei voluto baciarla dicendole: T’amo, e disprezzo Simona!..

«— Perdonami... perdonami... — ripeteva essa con la voce rotta dal pianto. — So che non puoi amarmi, che ami quella... Perdonami se non ho potuto resistere... ma ti amo tanto... ma sento morirmi... ma se tu non avrai pietà di me accadrà qualcosa di fatale......

«— Cosema, Cosema, — le dicevo io, — come puoi tu amarmi? Io sono povero, e i tuoi parenti, anche se io t’amassi, non acconsentirebbero.

«— Io non ho parenti! Son padrona di me e farò ciò che mi piacerà. Ma tu non puoi, non vuoi amarmi, tu ami quella... — e accentava con disprezzo la parola quella, — tu mi lascierai morire...

«— Oh, Elias, se tu sapessi come soffro! Ti ho amato dal primo vederti e subito mi accorsi che la tua entrata in casa mia doveva portarmi