Pagina:Racioppi - L'agiografia di San Laverio del 1162.djvu/112

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Capitolo XXVII.


CONCLUSIONE.


Abbiamo narrato la storia di un pertinace litigio, che fin dall’incedere dei primi suoi possi mostra la ragione, per cui vennero in luce quei tanti monumenti e documenti che abbiamo riconosciuti poco o punto legittimi. Lo vicende stesse del lungo litigio, traendoli in campo di generazione in generazione per ragioni giuridiche, li ringiovanivano e li fissavano nella memoria dei posteri. E quando, chiuse la lite, si spense la memoria di sue intime vicende, e furono dimentiche le necessità delle sue prove giuridiche, quelli che erano surti corno titoli unicamente giuridici, passarono a dignità di titoli unicamente storici. E cessato l’interesse che acuiva la mente a combatterli o a sostenerli, furono essi senza ira o sospetto accettati come suppellettile di storia, cui l’antichità stessa faceva autentici, cui l'ignoranza di loro origine faceva legittimi, e cui di fronte alle indagini del libero esame faceva da schermo la religione della patria.

Tutto quel grosso sviluppo di vecchie controversie ha mostrato a noi,che < il possesso creò il titolo. > Quando nacquero nel XVI secolo le prime contese col vescovo di Marsico, la chiesa di Saponara era in legittimo possesso del suo duplice privilegio della collegialità, e della giurisdizionalità quasi episcopale. Provò ella il possesso immemorabile, con testimoni e con titoli. Titoli furono i Sinodi del secolo XV e XVI, che mostravano la pubblicità, la continuità, la diuturnità del possesso. Parve ciò non bastasse del tutto alla causa; e si volle provare non soltanto il possesso, ma, come dicono alla curia, il < diritto a possedere. > E venne fuori l’ultima parte dell’agiografia laveriana: nella quale, integrando la catena dei tempi fino dalle prime suo origini, è mostrato visibile l’anello, che a Grumento, sede episcopale, unisco i paghi che le sursero intorno, e i capi ecclesiastici di questi subordina ad un altro di tanta maggiore autorità, che può raccogliere in uno i sette paghi, e far risorgere con nuovo nome la città antica.