Pagina:Racioppi - L'agiografia di San Laverio del 1162.djvu/147

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  • Et cura ipse divino timore et amore omni cultu ossei deditus, ab

omnibus circamstantibus Dominis Principibus non minus timebatur, qual Daniel in lacu leonus....

Fuit namquo unus praedietorum Prìncipnm vicinorum abatiiu «aneti

Juliani Casalium domina«, nomine Landulphus, qui cupiditate et invidia,stimulante diabolo, lacessitus, fortosse quia sibi territori», servitia et angarie, propter augmentum possessionis abati»; et intentam ac studiosam fidelium vieinorum devotionom, videbantur diminui, delibornvit venire ad monasterii destructionem.... Siquiilem, cum ad destructionem veniens in itinere jam esset, raptus insensibiiiter evanuit, nec postmodum unquam comparai!....

  • ... Hiec autem congregationibus ecclesiarum predicabat, quarum

moltitudinis edifieator fuit, vel otium renovator. Nome B. Laverii ecclesiam jam dirutam inveniens, manibus propriia refecit; ligna incidit,lapidee ad calcem praeparaodam coxit, et ipse fabricavit.... * Trovo scritto che il cenobio di San Giuliano (rifabbricato dal pio anacoreta del secolo X) ora posto alla contrada oggi ancora detta di San Giuliano, un due miglia lontano dalla città di Saponara, nel luogo ovo è detto «Santa Maria della Pietra. > 11 cenobio era dell’ordine di san Basilio. Le storie manoscritte snponaresi aggiungono che esso fu fondato da quel Giuliano vescovo grumcntino nel 5G4, del quale è memoria nel Decretum di Graziano, e di cui abbiamo fatto cenno noi al Cap. X: — c così la tradizione erudita farebbe di questo personaggio un emulo proprio di san Benedetto, che intorno agli stessi tempi (f 563) istituì la vita cenobitica iu Occidente! — Nè, preso l’aìre, le fantasmagorie delle storie indigene si fermano qui. Aggiungono ancora che dagli antichi archivii della chiesa saponarie si aveva copia di due lettere antichissime, e propriameute deiranno 993! le quali erano state scambiate tra Saba, abate monasterii s. Juliano de Grumentino — e Soluntius Lampridius archipresbyter s. Maria Assunta in Grumenti ruinis, — il quale ivi pure è detto: dignus prtdatus pagorum ex Grumenti ruinis. Il testo di queste due lettere è riferito intero nel Ms. del Ramaglia (cap. VIII). Saba, abate di San Giuliano, aveva partecipato a Solunzio arciprete l’avvenuta morte di sau Luca, abate di Armento. Solunzio, di animo gentile, risponde le sue condoglianze; e soggiunge che egli darà il velo a Paola, sorella di Saba o vergine < Deo devota > nelle feste di sant’Audrea; e lo invita, il cortese uomo, alla sacra e solenne funzione. La lettera