Pagina:Racioppi - L'agiografia di San Laverio del 1162.djvu/175

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fatte dal dotto vescovo Caramucle (1657) per far risorgere e mantenere aperta al culto almeno la chiesa nella distrutta città di Satriano, buone notizie raccolse il signor B. Ricotti ; e credo da fonti attendibili, benché non le faccia noto al lettore.1 Ma come e quando fini Satriano? Fu distratta ai tempi della regina Giovanna E, dicono, in genere, i nostri eruditi. Ma solo il Gatta è lo storico di questa piccola Iliade ; e, a titolo di fonte, occorre di riferire lo suo parole. « Nell' anno 1420 in circa, in tempo di Giovanna II regina di Napoli (conducevasi) dalla città di Terlizzi di Puglia una nobile donzella per servigio della di lei camera, sotto la scorta di Antonio de Riccinrdis e Meluzio Guernieri di lui genero, ambedue geutiluomini della città di Campagna o prefetti della reai milizia; ai quali per sorte passar convenendo per detta città di Satriano, appena veduta ebbero alcuni licenziosi giovani di detta città la pellegrina donzella, che accecati restarono dal lampo della di lei bellezza, e traviati dall1 onesto e dal dovere 1’ arrestarono, togliendolo con villana violenza l’onore. Afflitti oltremodo i due disgraziati gentiluomini.. ottennero la rapita donzella, quale incontanente condussero nella città di Campagna; ovo dato fiato allo trombe e raccolto sotto le reali bandiere tro compagnie di soldati, senza frapporvi tempo si avviarono verso la città di Satriano: ovo giunti all’alba del di, ed entrati senza opposizione voruna, misero empiamente e senza distinzione al taglio delle spaile li miserevoli cittadini, facendo del popolo tutto crudelissimo scempio; nè sazie le milizie del sangue di tanti innocenti, per memorabile esemplo di reale vendetta con crudelissimo incendio devastarono le «untuose fabbriche e mura, riduceudo ogni cosa in cenere, non lasciando in piedi che la Torre. Partissi immantinenti il Ricciardi per far consapevole dell'accaduto avvenimento la Reina, che allor soggiornava in Aversa; la quale non solo gradì sommamente la vendetta da ella stimata non disuguale alla realo offesa, ma premiò di vantaggio le milizie, perchè col sanguo dei tracidati cittadini avevano Lavate le macchie Catte alla di lei Corona. » — ! — 11 racconto, spogliato di tutto il frascame rettorico, si riduce, corno ve<le il lettore, a ben poca cosa: poca e triste cosa! Giova però soggiungere che il Gatta ricorda, da onest’uomo, le fonti a cui attinse, con queste parole: « Della disolaziono c rovina di Satriano ne fa mo- » moria il Ms. dell'arcidiacono Rennena (?) col titolo: Notizie storiche » et antichità di Polenta, qual libro conservasi nel museo dell' cccel- » lentiss. Conte di Potenza.* » 1 Nell'orticolo Co.»»» doli' Op. eU. innanzi.

  • Queste parole sono un’« Annotazione ultima • stampata in fondo al libro ili

lui: La Lucania illustrata. Napoli, 1723.