Pagina:Racioppi - L'agiografia di San Laverio del 1162.djvu/29

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colori ogni qual volta alle onoranze anniversarie del santo occorre, secondo il rito panegirico della chiesa, ridestare la memoria delle sue geste e dei suoi miracoli.

In questa che abbiamo delineata condizione universale di animi e di cose, non è punto improbabile che l’antica chiesa saponarese, erede che fu della più antica chiesa grumentina, conservasse un qualche ricordo delle geste del santo, da cui venne la prima luce della fede, e venne gloria all’antica città.

Non è improbabile che il capo di essa avesse ordinato ad uno dei chierici di raccogliere queste di altro genere reliquie in una scrittura, che fosse di edificazione ai fedeli, di onoranza alla chiesa, e restasse siccome il testo delle lodi anniversarie alla festa del santo.

Che coteste raccolte reliquie fossero scritte, o semplicemente orali, non possiamo dire. Sarebbero scritte, se si ammettesse la veridicità e la genuinità di tutto il prologo alla leggenda. Io, quanto a me, ne dubito molto. E però, volendo eliminare tutto ciò che è dubbio o sospetto in questa ricerca delle fonti a cui attinse l’agiografo nostro, mi limito ad indicare alcuni dati di fatto, onde parmi lecito di conchiudere due cose, e sono:

1* Che esisteva per le regioni della Lucania un’antica tradizione relativa a san Laverio, essa però variamente foggiata dalla fantasia di popoli multiplici. Lo scrittore saponarese ne raccolse solo una parte; e fu quella, senza dubbio, che aveva corso nella sua patria. Questa fu la fonte diretta e speciale alla sua scrittura;

2* Che fonti più generali di storie agiografiche egli ebbe innanzi a sè; e furono di quelle scritture leggendarie che più specialmente si riferivano alle persecuzioni della Chiesa di Africa.

Le traccie di un’antica tradizione laveriana si riscontrano in diverse parti della regione; ma alcune di queste traccie è forza di ormarle, per manco di più diretti documenti, nei nomi topografici cho hanno motivo di essere unicamente dalla esistenza di quella.

A Spinoso, sullo alte sponde del torrente Lavella, che divide il territorio di Spinoso da quello di Saponara, è una larga pianura vignata che vien detta i Piani di san Laverio. Non è nota tradizione di sorta che spieghi la ragiono di questo nome; nè