Pagina:Racioppi - L'agiografia di San Laverio del 1162.djvu/30

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avanza reliquia visibile che facesse argomentare ad antica chiesa dedicata al santo, come pure è probabile. In antichi documenti della chiesa cattedrale di Tricarico, tra molte altre ville e abbazie di suo patrimonio, è fatta menzione di un Castcllum S. Laverii, che era posto nella bassa valle del Sauro, ed io credo fosse stato là dove oggi è detto Castiglione. Ad Acerenza, a Tito, a Satriano si dipanavano filamenta della tradizione stessa. E a Saponara,senza far capo all’agiografia del 1162, si ha testimonianza del dato locale della tradizione in un monumento agiogrnfico anteriore di un secolo alla scrittura dol 1162; e questo è la vita di san Luca, abate di Armento, di cui occorrerà di parlare in seguito. Cotesta storia agiografica, scritta in greco verso la metà del secolo XI, ricorda appunto < la chiesa di san Laverio già in ruina > nelle circostanze dell’antica Grumento, o riedificata nel secolo X dui pio eremita. E questa breve testimonianza, poiché è anteriore alla scrittura del diacono Roberto, ha l’importanza di un dato storico, che autentica il contenuto storico della scrittura stessa.

D’altra parte, un’altra e più notevole traccia della tradizione laveriana s’incontra all’estremo lombo della regione basilicatesc, a Ripacandida. Ma qui è una corrente tradizionale cho nulla ha che fare, ed è anii in contradizione con quella di Saponara. La tradizione di Ripacnndida dice san Laverio fratello di san Mariano martire, e amondue associati a san Canio,<references/ 1 È accennato nella fumosa bolla di Godami» d. g. achcrunlinus archiep.

diretta ad Arnaldo Tricaricensi Episcopo del 1000, c pubblicata dallo ZavartiOM, Nola sopra la Bolla di Godano, ec. Napoli, 1710 (negli Annali dtplom del Di Mgo <• all’anno 1108, n. 5). — So che questa bolla non fu tenuta per autentica nè dal Di Meo, nè da altri. Ma non ò sulla data di essa che io fondo la notizia del testo, ma sul suo contenuto, che, quantunque posteriormente inventata, attesta un fatto topograllco permanente. Lo stesso a Castcllum S. I.nvcrii» è ricordato altresì nella bulla, non mono famosa e non meno dubbia, di Arnaldo, arcivescovo di Acerenza del 1006 (della quale parleremo più avanti). Nella bolla di papa Callisto II del 1123 (che non si mette in dubbio, ed è presso lo Zavarroni, Esistenza e t’additò dei privilcyii della Chiesa di Tricarico. Napoli, 174U, pag. 22), questo stesso luogo della diocesi tricaricese è detto «Castilioncm cum ecclesia S. Saverii» con indubbio errore, sia del tipografo, sia dell’amanuense. — Castilioncm cum monasterio S. Laverii è detto, altresì, nella bolla di Lucio III del 1183 (presso lo Zavarroni, pag. 24), che è ricordata anche dui Di Meo (ad ann. 1183, n. 8), c che di essa dice seccamente: «mi è sospetta.» — Dai quali documenti si può ritenere questo, che nel luogo, che oggi è dotto Castiglione sul Sauro, esisterà, nel secolo XII, un villaggio detto di San Laverio, non che una chiesa e un monastero.>