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Capitolo XV.

TERZA ED ULTIMA PARTE DELLA LEGGENDA. RICORDI DI SATRIANO.


Con la narrazione del trasferimento delle sacre reliquie ad Acerenza ha termine manifesto il vecchio monumento dell’agiografia saponarese; e lo dimostra, a tacere di altri argomenti, l’incontrarvi quel nesso di parole consuete, che la lessicografia ieratica disse dossologia; e che formole terminative consacrate dall’uso a concludere orazioni o tal’altri prodotti della letteratura chiesastica, suonano in questi termini:

«§ 63. Leo insignis praesul (acheruntinus).... sanctum suscepit corpus, atque in B. Ioannis Baptistae basilica reponens, altare construxit et celebri laude (?) consecravit; ubi orantes quicunque, et ab eo beneficia poscentes, indubitanter consequuntur effectuni, praestante domino nostro Jesu Christo, qui cum Deo Patre, Sanctoque Spiritu vivit et regnat in saecula saeculorum. Amen.»

Dopo queste sacramentali parole, chi può dubitare che quant’altro si legge in seguito non sia un’appiccicatura posteriore al vecchio monumento?

E quanto si legge in seguito consta, anch' esso, di due parti malamente connesso. L’una, di poca importanza, accenna alle ulteriori vicende delle reliquie del santo; l’altra, d’importanza storica municipale, si riferisce agl’incunaboli dell’odierna Saponara o a’ tenebrosi periodi tra la distruzione della città grumentina e il sorgere del nuovo paese.

Della prima parte ci sbrigheremo brevemente; poiché quello che saremo per dire non potrebbe sollevare contestazioni di sorta. Fu narrato nella seconda parte dell’agiografia che una << particola >> delle sacre reliquie venne recata alla città di Satriano, e quivi dal vescovo religiosamente riposta (§ 61).