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Gottorp , dove fu posta guarnigione cesarea e brandeburghese, ed a Tonningen si mandarono sotto scorta, come avvisa in una sua lettera Raimondo, i soldati che ivi erano. E in quelle parti, impose grosse contribuzioni per mantenere le sue truppe. Queste condusse egli stesso, seguitandolo ancora brandeburghesi e polacchi, all’acquisto della ferace isola d’Alsen: impresa non facile pel braccio di mare che s’aveva a passare sotto il fuoco dei cannoni nemici, e perché l’isola era difesa dal generale svedese Aschenberg, che sotto di sé aveva tre reggimenti di cavalleria, uno di dragoni ed uno di fanti. Avvedutamente approfittò il generale cesareo della circostanza che dalla parte dell’Holstein erano le sponde più elevate di quelle dell’isola ; ond’è che le artiglierie da lui ben collocate, fulminando i difensori dell’opposta sponda, li costrinsero ad abbandonarla, ed a ritrarsi più addietro. Allora, i fanti entro barche, e a nuoto la cavalleria polacca comandata da Czarneki, passando quel tratto di mare, penetrarono nell’isola, ed un conte Strozzi, che ci verrà più oltre nominato, fu primo a prender terra a capo di un battaglione, come riferì l’autore dell’opera più volte citata delle Azioni di generali e soldati italiani. E tosto quelle truppe si azzuffarono cogli svedesi che si ritraevano, e n’ebbero vittoria, rifugiandosi gli scampati nel castello di Sonderburg, al quale fu subito posto assedio. Ma invano si aspettò che tragittassero nell’isola le artiglierie, il ritardo delle quali fu allora attribuito a tradimento di un ufficiale, di nome Lauffing, stato già al servigio della Svezia. Giunsero invece di quei cannoni quindici navi svedesi che tentarono uno sbarco; ma a ciò non riescendo per la gagliarda resistenza che incontrarono dagli imperiali, quantunque assaliti questi anche alle spalle dagli svedesi usciti da Sonderburg, reputandosi dall’ammiraglio disperata la sorte delle truppe rinchiuse nella fortezza, per una porta segreta che metteva al mare, le fece scendere sulle sue navi. Venne per tal modo la piazza in potere del Montecuccoli, che ivi trovò il bagaglio dei fuggiti, e, secondo egli scrisse, duemila cavalli che non