Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/49

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duto per 700 ducati ad altri . Se non che le fu mestieri in tal circostanza ottenere facoltà dal duca di contrarre un debito.

Oltre i virtuosi esempi materni imprimere si dovevano nell’animo del giovinetto Raimondo quelli che da alquanti illustri uomini del parentado suo gli venivano porti, come anche da certi suoi coetanei nella famiglia, che più tardi salir dovevano in rinomanza. Alcuni tra costoro già ci vennero ricordati, ed altri lo saranno più innanzi. Qui accenneremo intanto ad Alfonso Montecuccoli, che andò poi col duca Francesco I d’Este alla guerra di Piemonte dopo aver militato con grado di capitano tra gl’imperiali, ambasciatore poscia alla corte cesarea e che morì nel 1646: a Girolamo suo fratello, che spese la vita tra l’armi in servigio ora del suo principe, ora di Toscana, e ancora dell’impero: a Massimiliano feudatario di Polinago, che nel 1637 fu inviato estense a Torino, mentre un altro del suo nome, conte di Miceno, fu più tempo in Roma al servigio quando del cardinal d’Este, quando di quello di Savoia (dal 1636 al 1639), incaricato a quell’epoca di trattative di matrimonio pel principe Nicolò d’Este con una principessa Stigliano d’Avalos. Fu egli poscia maggiordomo della duchessa, e in fine governatore di Carpi. Dirò ancora del marchese Giuseppe di Polinago, morto nel 1682 dopo sostenuto l’officio di maggiordomo del duca Francesco II, e una ambasceria all’imperatore Leopoldo; e di Andrea conte di Renno, che alcuni errori suoi giovanili fece poscia obbliare combattendo per Francia e per l’impero. Rimasto egli prigioniero nella celebre battaglia di Rocroi, morì governatore di Armentiers in Fiandra dopo il 1663. E di altri ancora ci occorrerà nel processo di questa storia di tenere ragionamento. Anche di Francesco marchese di Guiglia avremo a favellare a suo luogo; e diremo delle relazioni sue con Raimondo,