Pagina:Rapisardi - Opere, I.djvu/26

Da Wikisource.
16 La Palingenesi

     Quinci del Lazio i novi lauri e il novo
     Regno d" amor, fin che vorace in petto
     Ambizion, terrene ansie accendendo
     Nei pastori di Cristo, in reo mercato
     20Tramutò le inconcusse are e le soglie
     Del paradiso. Erse la fronte e il giogo
     Ferreo tentò l’intrepida Ragione,
     E oppressa parve, e trionfò: lontana
     L’ora non è (già non fallaci e chiari
     25Segni ne parla Iddio) che le smarrite
     Proli d’Ausonia torneranno al puro
     Evangelico fonte, e su l’eterno
     Vatican sorgerà l’ara del mondo.
     Or tu, possente Verità, che i petti
     30A sì grande di casi ordin prepari,
     I tuoi sacri responsi alle custodi
     Gentili Arti confida, e a me l’insegna,
     Che assiso all’ombra de l’etnee mie valli,
     Pensieroso t’invoco, e credo, e canto.
35Dolce compagno mio, sola e modesta
     Gioja a questi miei giorni egri, tu al novo
     Sacrificio convieni, ove più chiuso
     Agl’increduli volghi arde l’eterno
     Santuario del Vero. A te i fecondi
     40Silenzj, a te gli arcani ardui son cari
     Di Sofia rigorosa; e già nel regno