Quinci del Lazio i novi lauri e il novo
Regno d" amor, fin che vorace in petto
Ambizion, terrene ansie accendendo
Nei pastori di Cristo, in reo mercato 20Tramutò le inconcusse are e le soglie
Del paradiso. Erse la fronte e il giogo
Ferreo tentò l’intrepida Ragione,
E oppressa parve, e trionfò: lontana
L’ora non è (già non fallaci e chiari 25Segni ne parla Iddio) che le smarrite
Proli d’Ausonia torneranno al puro
Evangelico fonte, e su l’eterno
Vatican sorgerà l’ara del mondo.
Or tu, possente Verità, che i petti 30A sì grande di casi ordin prepari,
I tuoi sacri responsi alle custodi
Gentili Arti confida, e a me l’insegna,
Che assiso all’ombra de l’etnee mie valli,
Pensieroso t’invoco, e credo, e canto. 35Dolce compagno mio, sola e modesta
Gioja a questi miei giorni egri, tu al novo
Sacrificio convieni, ove più chiuso
Agl’increduli volghi arde l’eterno
Santuario del Vero. A te i fecondi 40Silenzj, a te gli arcani ardui son cari
Di Sofia rigorosa; e già nel regno