Nè, in così vario traviar trascorso, 95Mancò chi dal geloso orto o dal chiuso
Ovil traesse i Numi suoi, d’umani
Sagriflcj la muta ara bagnando
Fra ’l clamor lieto di tregende oscene.
Ma in seno alla funesta ombra talora 100Il tuo sorriso, o Verità, splendea
Su la fronte del Genio, e su la terra
Ministre le civili Arti mandavi
A rivolgere al ciel le tralignate
Menti mortali, e ad incuorar la lena 105Alla mesta Speranza fuggitiva.
E tu nella sdegnosa alma spirasti
Del pastore di Levi, allor che in bruno
Abito di dolor serva sedea
Su le ghiaje del Nil la sconsolata 110Vedova del Giordano. Ahi, su gli altari
Memori, o sconsolata, or più non vedi
Tra vaporati timíami il Dio,
Che a’ patriarchi consentía la legge
E l’aspetto immortal; la luminosa 115Arca del patto non incede in mezzo
A’ tuoi mille guerrieri: a strani, orrendi
Idoli per le vaste egizie valli
Moli superbe son custodia; e chiusa
In veli tenacissimi ed eterni