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Al monotono suono
Di tua lenta fatica,
Che la tarda del tempo opra somiglia,
Dalle mie ciglia si dilegua il velo
Del dolcissimo sonno mattutino
Di rosee larve apportator fedele.
Odo il festante grido
Delle rideste vie
E il rumor vago dei carri balzanti;
Fischiano all’aure i canti
Dell’amorosa rondine che suole
Sotto la gronda mia tessere il nido;
Alla nota bottega,
Cantando una canzone,
Il garzoncel s’avvia;
Per la frequente via
Passan belando sotto al mio balcone
Le capre mattutine,
E con impronta ressa
La picciola campana della pieve
Chiama i fedeli a messa.
Allora io sorgo, e tersa
In pura onda la faccia,
Schiudo i vetri custodi, e anch’io cantando
Il nuovo aprile e il fresco aer saluto.
Ma se dal roseo cielo,