Pagina:Rapisardi - Opere, I.djvu/373

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     A questa vita stanca;
     E allor che al soffio dell’estremo autunno
     Cadran le foglie dal materno stelo,
     E col manto di gelo
     Si calerà dall’Etna il verno rio,
     Cadrò, cadrò pur io,
     E calerà su me gelo di morte:
     O verdi colli, addio!
Pur grata al cor mi scende
     La vostra ampia quiete e la notturna
     Aura e il sorriso de le stelle incerto.
     Spesso muto e deserto, allor che trema
     Su per gli argentei ulivi
     Il verecondo albore
     Della luna imminente, erro il viale
     Del contiguo giardino,
     O qui m’assido accanto
     Del piccioletto fonte, arido come
     Questi occhi miei cui pur negato è il pianto.
     Quindi alla lunga io sento
     Dal vecchio campanile
     Russar querulo il gufo
     Ed ondeggiare al vento
     Del gramo legnajuol la cantilena;
     Brillano alla serena
     Le sparse lucciolette,