Pagina:Rapisardi - Opere, VI.djvu/163

Da Wikisource.

PER LA RISTAMPA DELL’ATLANTIDE


Questo poema mio di nuovo conio,
     In cui gli onesti esalto, i rei dilanio,
     Da un angelo fu scritto e da un demonio
     4Col sangue del mio cuore e del mio cranio.

Quei che fan da compagni a Sant’Antonio
     Grugniscon che nel brago io l’ale impanio;
     Che d’ira solo e di livore io smanio,
     8E l’arte infamo e il buon paese ausonio.

O caste fogne, o verecondi truogoli,
     L’Arte è raggio di sol che non s’impegola;
     11Il Ver non ama ambagi ed arzigogoli;

E se al flagello mio fremono e stridono
     Aristarchi in livrea, Lucrezio in fregola,
     14La mia coscienza e l’Ideal mi arridono.