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18 la miscellanea chiaravallese

torio cita. Io mi accontenterò di Dotare che il testo del ritmo nella Miscellanea sta colle varianti apposte dal Tresatti al testo del Rader e del Wadding, e che finisce coi versi:

Habehit praemium in summa gloria
Quod perdunt Damiones in sua perfidia;

aggiungendone così due dopo quello che il Bòhmer (1. e, pag. prec.) dà per il verso finale: Felix qui poluit mundum contemnere. Noterò anche che nella Miscellanea il ritmo è scritto in quartine di senarii invece che in distici di dodecasillabi. Ma è tempo di abbandonare il buon Toditano e il ritmo suo o non suo. Ci aspettano due documenti, l’uno più curioso dell’altro; ed è per non separarli che ho fatto testé il piccolo salto al foglio 184.

Al foglio 180 della Miscellanea la solita mano del P. Corbetta annuncia e fa seguire una «Lettera scritta dalla Regina d’Inghilterra al Principe di Galles suo figliuolo tradotta nell’Idioma Italiano da Giovan Francesco Biondo». Dove sia andata a pescarla questa lettera il P. Corbetta, ne egli lo dice né io lo so; né, dopo parecchie ricerche, so che già sia stata pubblicata. Se la lettera fosse autentica, l’avrebbe scritta quella Maria Enrichetta di Francia, sorella di Luigi XIII, cui Bossuet dedicava «forse la più nobile di tutte le composizioni sue», l’infelice vedova di Carlo I d’Inghilterra, dopo la costui tragica, indegna fine, al futuro di lui successore Carlo IL Autentica o no, la lettera riflette nella sostanza quanto gli storici narrano di quella tragedia nazionale. Si può vedere il Clarendon {The hisiory of the Rebellion and civil Wars of England; Oxford, 1 705-1 706, Voi. II, Part. 2), l’Hume (History of England., il Lingard (A hisiory of England), ma nessuno accenna alla lettera o a qualche cosa che giovi a spiegarla; e tutto induce a crederla una invenzione, come suol dirsi, tendenziosa. E per quel che riguarda l’autore, forse più che ad un ribelle inglese che volesse diffondere ed aggravare le accuse contro la infelice Regina canzonando ad un tempo e lei e il Cardinale Mazzarino, la fattura, che sembra schiettamente italiana del tempo, fa pensare ad un italiano che volesse