Pagina:Ratti - La miscellanea di Chiaravalle.djvu/47

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e il libro dei prati di chiaravalle 39

il simile risguardavano altri sette altari che erano per mezzo la Chiesa, secondo l’instituto dell’ordine nostro; et come quasi cosa generale di tutte le chiese che almeno l’aitar maggiore miri all’Oriente; nella qual chiesa mai non entrano donne, per essere nel corpo del Monastero. Ma appresso alla porta vi è una capella di S. Bernardo dove le donne odono messa ogni mattina». Ne vien dimenticata «l’imagine del Salvator nostro» coi versi riportati dal Caffi (1. e, pag. 46).

Il e. l’si occupa «del Campanile» e lo descrive minutamente parlando anche delle cicogne, notando che «alchuna volta si sono numerati fino a venti nidi e più di dette Cicogne, qualle facevano quattro ovvero cinque figliuoli per ciascuna volta, di modo tale che quando si volevano partire, si levavano nell’aria gli vecchi et gli novelli, che era cosa bella a vedere tanti Animali così grandi nell’aria. Pareva che facessero come fano li soldati la mostra o rassegna. E questo facevano intorno alla festa di S. Lorenzo, o fosse piovuto o no; si partivano poi la notte, che nissuno le vedeva. Et hanno perseverato a fare in detto monastero sino l’anno 1574; ma sempre calando a talché più non comparono».

Il e. VI ci intrattiene «del Claustro, Capitolo et refettorio». L’istesso titolo adotta il Caffi (1. e. p. 55) dove sono anche le iscrizioni qui riportate dalla Miscellanea.

Il e. VII è «de Sepolcri diversi», tra i quali uno di Guglielmo Rizzolio «secondo l’epitafio che si legeva; gli altri doi non si sa precisamente che fossero per non gli essere ne epitafio ne manco l’arme o insegne delle lor case»; senonchè «si conosceva che erano Arcivescovi alla mitra et pallio; et si presume che uno fosse Uberto 2 Terzago, l’altro Cast. (Castone o Cassone) Tornano per esservi gli sepolcri delli suoi antichi già per inanzi»; avanti la porta maggiore della chiesa i depositi degli Archimi colla epigrafe: Manfredus Archintus, ecc. (Cfr. Caffi, 1. e, pag. 28, 34, 67).

Il e. Vili discorre «del Dormitorio»; il cui «Corridore disopra è longo br. 196, con le camere o celle da tutte le due parti, qual sono n. 40 in tutto, commode per Religiosi con tre porte et tre scale con li scalini di serizzo. Ha poi di sotto camere grandi per gli forastieri in una delle qualli vi allogiò dentro nelli giorni nostri Carlo Quinto Imperatore; alle quali vi è un claustrino in volta fatto con bello e mirabile artificio, fatto su le colonne, ma