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40 la miscellanea chiaravallese

più lontano l’ima dall’altra che non comporta l’uso del fabricare, che molti si meravigliano di essa».

Il IX «del Campanile dell’Horologio» con una minuta ed erudita descrizione dell’orologio stesso; il c. X «dell’Hospitale o sia Chà matta o Casa amata»1.

Il c. XI dà la descrizione «del Vassellone ossia Botte grande», la quale è detta essere «di tenuta di cento carra di Milano che suono (sono) brente n. 600 di vino quale si vede ancora». Le referenze sono le stesse che quelle del Blachi recate dal Caffi; ma agli illustri visitatori della famosa botte nominati dal Blachi (Cfr. Caffi, 1. e, pag. 12 seg.) si aggiungono i seguenti: «1548. Don Ferrante con li suoi figliuoli. 1559. Cristoforo Madruccio Cardinale et Governatore di Milano. 1578. Il Marchese Aiamonte governatore di Milano. 1594 (e 1599) Contestabile Governatore di Milano. 1595 alli 27 agosto. Federico Cardinale Borromeo fece l’entrata e dimorò in Chiaravalle tre giorni in Monasterio e fu visitato da tutta la nobiltà di Milano. 1597. Cardinale Piato (Piatti). 1599 addì 10 Luglio. Il R.mo Signor Francesco Borro (Borri) Germ. (sic) Legato Apostolico fu qui in Chiaravalle detto il Cardinale Tristano»2.

E son ricordati «altri doi vasselli di 600 fra tutti doi».

Il c. XII discorre brevissimamente e per sommi capi «del sito e circuito del monastero» il quale «è tutto in piano ancorché si nomini Chiaravalle o Caravalle, ed è quadro, circondato da muri mediocri per Religiosi, e non per combattere; ma solo per un segno da guardarsi da ladroni. Et tutto il circuito sia braccia n. 1574 alla misura del legno vel circa. Cioè da Levante a Po-

  1. Della Chamatta parlava anche il Blachi e ne parla il Caffi (1. e, pag. 12) e quasi colle stesse parole della Miscellanea, la quale aggiunge che il luogo dove si faceva l’elemosina, «ai poveri pellegrini, che passavano innanzi et indietro sino al giorno d’hoggi si addimanda la panatera». E ci dà la notizia che «una è tra Fiorenzuola e Borgo San Donino; l’altra fra detto Borgo e Castel Ghelfo (sic). Una era per Chiaravalle di Piacenza, dettola Colomba; l’altra per Fonte vivo detto Chiaravalle di Parmeggiana: ambedue per scontro a detti Monasteri».
  2. Del Card. Flaminio Piatti v. Ciaconio, IV, 233; dell’altro non ho trovato traccia, neppure nella Storia della Famiglia ’Borri scritta da Felice Calvi. Milano, 1882; ma chi sa di che Borro si tratta?