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Visti i suoi Decreti delli 23, 26, e 27 del corrente marzo, concernenti i Capi politici delle Provincie;
Considerando essere innegabile, che per un voto pubblico altamente espresso si è in Piemonte stabilito un Governo Costituzionale;
Che per dar luogo a questo, Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele ha abdicato la Corona, e nominato un Principe Reggente sul luogo, investendolo d’ogni sua autorità; benchè altri fosse l’immediato successore al Trono, per la circostanza essenzialissima, che questi era assente dagli Stati, e così fuor di portata di giudicare del vero stato delle cose, cioè de’ voti, e de’ bisogni del Popolo;
Che questa circostanza ancor dura;
Che d’altra parte il nuovo ordine politico, secondo la Costituzione adottata, e giurata dal Principe Reggente, si stabilì, e fermò colla nomina d’una Giunta provvisoria, tenente luogo di Parlamento Nazionale, e per via di moltissimi atti governativi;
Che questo sistema da tutte le popolazioni degli Stati di Sua Maestà fu desiderato, e accolto, e più specialmente rivendicato dal Popolo Genovese;
Che nel potere del Governo Costituzionale sono la Capitale, e le Fortezze dello Stato;
Che i più notabili della Nazione hanno mostrato riconoscenza, che, non ostante le contrarie proclamazioni divolgatesi, e malgrado l’inopinata partenza del Principe Reggente, la Giunta continuasse ad esercitare l’autorità governativa, anche per evitare l’anarchia, e la guerra civile;
Che l’esercizio di tale autorità non dee cessare, che colla presenza del Re in mezzo al suo Popolo, e per l’emanazione della sua libera volontà accordata coi voti della Nazione;
Che qualsivoglia altro esercizio d’autorità è illegittimo, conduce all’anarchia, e debb’essere represso;
Che nè due Governi, nemmeno due centri di uno stesso Governo diversamente modificato, possono coesistere sullo stesso territorio, senza sovvertir dalle basi la società civile;
Che sopra alcuni punti del Regno si sono manifestati disordini di questa natura;
Che un picciol numero di pubblici Impiegati vi ha cooperato pubblicando Proclami non provenienti dal Governo, e in altri modi; ed altri Impiegati non si sono opposti nella maniera, che sarebbe stato il lor dovere di fare;
Che perciò è necessario di dare provvedimenti analoghi all’urgenza del caso;